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mercoledì 25 novembre 2015

La Luna della Nebbia


Il freddo è ormai arrivato e, con esso, anche la prima neve. La terra riposa sotto la sua coltre, rigenerandosi e preparandosi per la stagione primaverile, quando dovrà nuovamente dare il meglio di sè. L'autunno è al suo culmine, è la stagione della trasformazione, del buio che precede la luce. La morte apparente della natura ci porta a chiuderci in noi stessi e a riflettere sugli aspetti più oscuri dell'esistenza umana, quelli su cui non abbiamo potere.
La lunazione di novembre porta con sè anche la nebbia, da cui prende il nome. Questo fenomeno meteorologico ci avvolge, impedendoci di vedere davanti a noi e lasciandoci incerti sul da farsi, spaesati, come ciechi. Il plenilunio della nebbia, dunque, ci invita a chiuderci e ad ascoltarci, a sondare le profondità della nostra anima. Guardiamo alla strada che abbiamo fatto fino a oggi, distogliamo l'attenzione da tutto ciò che è superfluo e valutiamo ciò che davvero è importante per noi e per la nostra crescita personale e spirituale, presente e futura. Prendiamoci del tempo anche per analizzare i passi fatti, il nostro presente e i traguardi che abbiamo raggiunto, per raccogliere le forze come fa la natura intorno a noi e rinnovarci.
La Luna della Nebbia non ci invita a produrre, ma a riflettere sugli strumenti a nostra disposizione, sulle potenzialità che abbiamo e che possiamo coltivare. E' il tempo dello Scorpione; questo animale sa insegnarci molto sulle energie del periodo, poiché vive nell'ombra, sotto terra, e punge senza pietà chi disturba il suo riposo. Ecco dunque che anche noi scendiamo nelle profondità della terra come lo scorpione, sondando i meandri del nostro animo e non permettendo ad alcuno di interrompere il nostro percorso interiore. E' un percorso iniziatico quello che ci separa dalla bella stagione, e come ogni iniziazione esso richiede di affrontare le nostre più grandi paure, di superare le nostre debolezze per rinascere fortificati dall'esperienza.
In questa lunazione dedichiamo le nostre energie alla meditazione e alla divinazione, due arti particolarmente indicate per il periodo dell'anno in cui ci troviamo e in preparazione alla prossima festività di Yule.
Il mito che  ci permette di cogliere al meglio i messaggi di questa lunazione è quello di Inanna e di sua sorella Ereshkigal. 
Inanna, dea sumera della fecondità, dell'amore e della bellezza, discende agli inferi portando con sè sette accessori. Durante il suo viaggio nell'oltretomba ella supera sette porte, perdendo ogni volta uno dei suoi beni per incontrare sua sorella, l'oscura Ereshkigal. Quello di Inanna è un viaggio doloroso, al termine del quale lei ritrova tanti doni quanti quelli che ha perduto lungo la strada. Quando ritorna in superficie, si accorge che il valore di ciò che ha acquistato è più grande rispetto a quello che ha perso. 
Anche noi, dunque, come Inanna, dobbiamo attraversare il regno infero, incontrando la nostra oscura controparte e sacrificando qualcosa di noi, soffrendo talvolta, ma uscendo poi dalle tenebre rinvigoriti, più ricchi e più forti.

Fonti:
Ho scritto questo articolo di mio pugno, rielaborando le informazioni trovate sui seguenti siti/testi:
- Strie
- Il calderone magico
- il Cerchio della Luna
- Le Tredici Lune, Luisa Francia
- L'arte della strega, Dorothy Morrison

venerdì 13 novembre 2015

Anubi, l'iniziatore e il signore dell'Oltretomba

Anubi, divinità dell'Oltretomba, è tra le più conosciute del pantheon egiziano. Affascina i curiosi e suscita timore in chi, invece, non la conosce abbastanza e può essere facilmente associata a questo periodo dell'anno: Samhain è ormai trascorso, il velo tra il mondo dei morti e quello dei vivi si sta richiudendo, e Anubi incarna lo spirito di questa festività e della stagione in cui ci troviamo.
I Testi delle Piramidi ci raccontano che Anubi fu la prima divinità legata al regno dei morti, sostituita in seguito da Osiride.
Anubi era il protettore della città di Khasa, per i greci Cinopoli, e del territorio che la circondava; il nome greco deriva dal fatto che a Khasa i canidi erano oggetto di culto. Anubi è uno dei protagonisti della saga osiriaca, poiché aiuta Iside a ricomporre il corpo dell'amato, inventando così la mummificazione. Diventa dunque "Capo del Padiglione divino", ovvero del tempio della mummificazione, è il dio degli imbalsamatori, tant'è che quando un corpo veniva mummificato, colui che presiedeva ai riti funebri indossava una maschera rappresentante la testa del dio Anubi.
L'iconografia lo descrive come un uomo con la testa di sciacallo; questo animale si nutre di carogne, da qui lo stretto collegamento tra la divinità, l'animale e il regno dell'Oltretomba. L'aspetto di Anubi riunisce in sè quello del cane, del lupo, della volpe, dello sciacallo e della iena, tutti animali che vivevano nel deserto e che frequentavano i cimiteri. Per quanto riguarda i colori associati a questa divinità, essi sono il nero e l'oro. Il nero per gli Egizi non era il colore della morte fine a se stessa, ma rappresentava il limo nero del fiume Nilo, che fertilizzava i campi e permetteva all'Egitto di prosperare, alla vita di continuare e rinascere ogni anno. La stessa valenza aveva dunque il colore nero che, indossato da Anubi, ha un significato tutt'altro che inquietante e mesto. Il nero diventa simbolo del lavoro di rigenerazione nell'oscurità. Anubi è sì il dio legato alla morte, ma anche alla resurrezione: egli accompagna l'anima del defunto nell'aldilà, permettendogli di rinascere in una nuova vita. Ad accentuare questa valenza simbolica è il colore oro, associato al sole, alla luce e alla rinascita iniziatica.
Nel regno dei morti, Anubi accompagna il defunto nella Sala delle due Verità e presiede al rito della psicostasia, la pesatura del cuore, durante il quale il dio rappresenta la coscienza del defunto: egli regola la bilancia insieme a Horus, verificando che tutto si svolga nel modo corretto.
E' importante sottolineare che per gli Egizi la morte non era la fine della vita, ma una seconda nascita. Morire, per gli Egizi, significava rinascere, la morte era considerata un momento di passaggio e tutti i riti legati ai funerali non erano altro che strumenti magici per negoziare al meglio il passaggio tra le due forme di esistenza. La morte, dunque, è iniziazione e Anubi è l'iniziatore. Egli è psicopompo, guida le anime e gli adepti; fu iniziato dal dio Thot ai misteri dell'aldilà ed è conosciuto anche come "Padre del re", dove padre sta per "colui che dà accesso alla vita spirituale", dunque è sinonimo di iniziatore. Anubi ha il compito di purificare, infatti un altro dei suoi appellativi è "Liquido purificatore": libera il defunto dai suoi umori e l'adepto dalle tracce della sua vita profana, trasformando così il corpo perchè giunga perfettamente puro alle porte del tempio.
Egli è il "Signore del Paese dell'Aurora", fa sorgere la luce anubiana dell'iniziazione, che corrisponde al momento ambiguo in cui giorno e notte si compenetrano. La luce anubiana è quella che segue la notte e precede di pochi secondi l'aurora, un momento tra i più fugaci, un tempo sciamanico di passaggio.
La complessa natura di questa divinità è svelata dai suoi numerosi epiteti:
- "Primo degli Occidentali", dove l'Occidente è il luogo in cui, secondo gli Egizi, si trovava l'ingresso al regno dei morti. A Occidente si trovavano anche i luoghi di sepoltura.
- "Colui che presiede al Padiglione divino", dove il Padiglione è il luogo in cui veniva eseguita l'imbalsamazione e dove si trovava la camera sepolcrale. Anubi è guardiano, protettore e guida per i defunti.
- "Signore della terra sacra", che si riferisce nuovamente ai luoghi di sepoltura.
- "Colui che è nel luogo dell'imbalsamazione" a sottolineare il suo ruolo nei rituali di mummificazione. Anubi presiedeva anche all'importante rito dell'apertura della bocca, durante il quale ridava la vita al defunto.
- "Colui che ha la forma del cane".
- "Colui che apre le vie".


Fonti:
- Magia e iniziazione nell'Egitto dei faraoni
- Wikipedia