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martedì 27 gennaio 2015

Per tutti quei piccoli animali

Oggi mi sono ritrovata a lavorare in campagna armata di una zappa per rimuovere un po' di terra dai gradini di passaggio da una fascia all'altra. Tra un colpo e l'altro, purtroppo, è stato inevitabile incontrare accidentalmente il percorso di un insetto con la zappa, uccidendo il povero malcapitato.
Mi sono dispiaciuta molto di essere stata la causa della morte di alcuni esserini, e mi sono tornate in mente alcune cose della mia infanzia. Allora come oggi, mi capitava di ritrovarmi in campagna o in un prato ai giardinetti; succedeva talvolta che io trovassi qualche animale morto (rondini, passerotti, insetti, lucertole e quant'altro) e mi sentivo talmente afflitta per il poverino che mi sentivo in dovere di fare qualcosa per quel corpicino ormai privo di vita. Spesso lo ricoprivo di foglie e rametti, lo fissavo per un po' e poi mi inginocchiavo, intonando una canzone inventata sul momento per dare il mio saluto all'animale.
E' una cosa comune a molti bambini, quella di dare sepoltura agli esseri viventi ormai privi di vita, cantando canzoni improvvisate o inventandosi filastrocche.
E allora, zappando e rimestando un po' la terra, oggi pensavo che dovremmo proprio tornare un po' bambini in certi casi, dando dignità anche a quei piccoli animali che quasi reputiamo insignificanti ma senza i quali la nostra vita non sarebbe effettivamente la stessa, se si pensa alle funzioni che hanno uccelli, lucertole e insetti negli ecosistemi naturali. 
A volte penso che abbiamo perso davvero gran parte della nostra umanità, e lo si capisce proprio dalle piccole cose, dalla quotidianità e dai gesti di ogni giorno.
E' vero, non ho un rapporto amichevole con gli insetti, ma questo non significa che io provi piacere nell'ucciderli o nello sbarazzarmi di loro, tutt'altro! Da più di quattro anni mi sono imposta di non uccidere più niente, a meno che non sia strettamente necessario, perché ritengo di dover rispettare la Vita, in ogni sua forma, visto che io stessa ne faccio parte. Rispettare la Vita significa rispettare anche l'aspetto più oscuro di essa, quello più sconosciuto e che tutti temiamo: la Morte.
Oggi, davanti a quegli insetti capitati per sbaglio sotto la traiettoria della mia zappa, ho pensato di rivolgere i miei pensieri a loro, alla vita che avevo appena spezzato involontariamente. So che può sembrare sciocco e sentimentalista, ma ho ripensato alla me bambina, che avrebbe cantato qualcosa, e ho pensato che sarebbe bello riprendere quell'abitudine, poco alla volta, riappropriandomi di quella spiritualità "infantile" che ho perduto con le inibizioni e le regole dell'età adulta, imposte da una società a cui mi sforzo di distaccarmi. Forse un giorno ci riuscirò, chi lo sa...
Intanto vi lascio il piccolo brano di un libro, un episodio che spiega quello che ho voluto dirvi con questo mio post e che, in parte, lo ha anche ispirato.

Quando la luna fu proprio sopra di noi, la carne di foca era pronta. Prima di mangiare, Malmo cantò. Lo faceva sempre, prima di mangiare qualcosa che aveva cacciato e quella notte, sul mare di ghiaccio, le chiesi perché lo faceva. "E' il modo che abbiamo noi per vivere in pace con gli animali nel nostro mondo. Non siamo diversi dagli animali, o dal mare o dal ghiaccio, ma siamo parte del tutto. E così dobbiamo trattare animali, mare e ghiaccio con rispetto." "Ma uccidere non è una mancanza di rispetto?" chiesi io incerta, sperando di non offendere Malmo. Lei sorrise come a una bambina. "No. Fa parte del ciclo. Per sopravvivere dobbiamo andare a caccia. Sarebbe una mancanza di rispetto andare a caccia senza avere fame. Le parole della canzone che canto chiedono perdono per aver tolto la vita alla foca e servono a mandare la sua anima al sicuro in un mondo di spirito." 

"La figlia del Nord", Edith Pattou

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